L’avvento dei cobot si inserisce in un contesto storico in cui i processi che caratterizzano l’industria manifatturiera hanno subito un drastico cambiamento. La sempre più alta necessità di personalizzazione dei prodotti ha creato una deframmentazione molto capillare per quanto concerne le procedure di realizzazione dei componenti che formano il prodotto finito: sempre più spesso i processi vengono subappaltati e divisi in fasi più piccole. Il bisogno di far fronte a richieste di vario tipo ha costretto le aziende manifatturiere (soprattutto quelle più piccole) a rivalutare il proprio patrimonio tecnologico, cercando una soluzione che potesse gestire lotti piccoli e molto vari. Inoltre, le normative sul distanziamento sociale introdotte dopo la diffusione del SARS-CoV-2, hanno aiutato in maniera sostanziale la spinta e la ricerca di questo tipo di tecnologie.
Scopriamo allora cosa sono i cobot e in che modo possono migliorare la produzione manifatturiera nell’industria moderna.
Origini e motivi della nascita del cobot
Prima della nascita dei robot collaborativi, le soluzioni di robotica “classica” trovavano largo impiego su produzioni caratterizzate da lotti molto grandi ma con bassa varietà. Questa condizione era imposta dai tempi e dai costi di riattrezzaggio della linea di automazione tradizionale.
L’automatizzazione di produzioni di grandi lotti con basse variabilità, oltre ad essere quello che l’industria chiedeva (si pensi alla model T di H. Ford), era dovuta anche al fatto che i processi più facili da automatizzare fossero quelli in cui operazioni standard si ripetevano centinaia di migliaia di volte ogni giorno senza variazione di sorta, con precisioni e velocità elevate. É quindi naturale che in passato si sia iniziato ad automatizzare in primis alcune operazioni.
Attualmente i tempi sono però maturi, sia a livello di esperienza nel campo della robotica che di richieste dell’industria manifatturiera, per automatizzare applicazioni fino a ieri impensabili.
I robot collaborativi ed i vantaggi per l’industria manifatturiera
Prima di addentrarci in quelli che sono i punti d’incontro tra robotica collaborativa e industria manifatturiera, è opportuno avere un’idea di cosa sia un robot collaborativo. Un cobot (CO-llaborative ro-BOT) è un robot pensato per interagire fisicamente con l’uomo in uno spazio di lavoro, dotato di sistemi di sicurezza in grado di modificare il suo comportamento in funzione della presenza o meno di una potenziale collisione (con una persona) ed è possibili installarli senza l’ausilio di barriere fisiche di protezione.
I principali vantaggi dell’impiego dei cobot nell’industria manifatturiera sono:
- Compattezza e sicurezza: gli strumenti di safety montati a bordo consentono al robot collaborativo di lavorare senza barriere, rendendo non più necessarie le spese per le recinzioni di sicurezza, ed occupando quindi una superficie minore.
- Elevata flessibilità: il cobot deve essere in grado di passare da un lavoro ad un altro in un breve lasso di tempo, ed inoltre sono flessibili sia nel campo di applicazione (che varia dal settore chimico a quello dell’automotive, da quello del food&beverage all’asservimento di una macchina utensile, ecc) sia nel tipo di applicazione (pick and place, assemblaggio, avvitatura, Bin picking, packaging, erogazione, ecc.). Grazie a questi concetti, è possibile passare da un’applicazione ad un’altra nel giro di qualche ora di programmazione e di qualche minuto per sostituire il tool.
- Semplicità di utilizzo: sempre nell’ottica di flessibilità, un concetto che corre parallelo è quello della semplicità di utilizzo. Non sarebbe possibile riprogrammare un robot in modo celere se il linguaggio di programmazione non fosse alla portata di tutti. Nel caso di TECHMAN ROBOT, il metodo di programmazione è l’inserimento di diagrammi di flusso collegati con delle frecce tra di loro per darne la sequenzialità: un metodo molto semplice ed efficace, che può mettere a disposizione un robot anche a chi di programmazione non è pratico.
- Versatilità verso le altre macchine: non sono solo collaborativi verso l’essere umano, ma anche verso le macchine utensili: viene garantito un tempo ciclo ed uno standard di qualità più alto, anche quando tra macchina e cobot vi è una grande differenza generazionale.
- Collaborazione: la possibilità di collaborare o condividere una porzione di spazio di lavoro con l’essere umano rende il robot collaborativo adatto per lavori noiosi, ripetitivi e dal basso valore aggiunto.
Sebbene il cobot sia ancora visto da molto come uno strumento “che toglie il lavoro alle persone”, in realtà va ad agire sulla qualità del lavoro delle persone, molto spesso sgravandole da operazioni potenzialmente nocive e/o faticose.
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