La fabbrica moderna non è un semplice insieme di macchinari ma un organismo complesso, intelligente e interconnesso.
Potremmo immaginarla come un essere vivente in cui ogni sistema di controllo è concepito come una combinazione di organi e tessuti che lavorano congiuntamente per mantenere l’intero organismo funzionante, efficiente e in salute.
In questa visione metaforica le macchine e le linee di produzione sono come i muscoli e le ossa, cioè coloro che eseguono fisicamente il lavoro muovendosi ed adattandosi alle esigenze del momento; i sensori e i sistemi di monitoraggio in tempo reale rappresentano invece il sistema nervoso dell’intera fabbrica in grado di percepire lo stato degli impianti analizzando le informazioni ricevute, decidendo quando è necessario intervenire. La centrale di controllo è il cuore e, come tale, coordina tutte le operazioni assicurando energia, materiali e informazioni per alimentare e sostenere l’intero organismo come succede per il sistema circolatorio.
In questo contesto manutenzione preventiva e predittiva funzionano come un sistema immunitario, cioè rappresentano le difese dell’organismo che intervengono per riparare o sostituire le parti danneggiate prima che diventino un problema serio e invalidante per l’organismo stesso.
Quali sono le principali differenze tra manutenzione preventiva e predittiva?
Facendo ancora riferimento al paragone precedente, possiamo chiarire la distinzione tra le due forme di manutenzione:
- la manutenzione preventiva è come andare dal medico per controlli regolari e periodici, quindi si tratta di un’azione pianificata e costante, indipendentemente dallo stato effettivo delle macchine. Risulta quindi necessario stabilire un calendario preciso di controlli, sostituzioni e pulizie, basato sulle ore di funzionamento dei macchinari. Anche se le macchine sembrano funzionare correttamente, è importante infatti verificare periodicamente tutte le parti soggette a usura per assicurarsi che siano in buone condizioni.
- La manutenzione predittiva, invece, è comparabile agli esami specifici effettuati per ottenere una diagnosi medica approfondita. Si basa su dati raccolti in tempo reale dai sensori e dai sistemi di monitoraggio, con l’obiettivo di valutare lo stato effettivo dei singoli componenti. Prevede un intervento solo nel caso in cui emergesse una reale necessità, per questo motivo l’analisi dei dati risulta particolarmente fondamentale per anticipare la probabilità di guasti e il momento in cui potrebbero verificarsi.
Vantaggi della manutenzione per l’efficienza produttiva.
Una buona gestione della manutenzione non è in grado solamente di migliorare la produttività, ma contribuisce anche ad una maggiore sostenibilità economica e operativa nel tempo.
In particolare, l’adozione di strategie di manutenzione preventiva e predittiva ha un impatto diretto su funzionalità e continuità dei processi produttivi, se applicate correttamente, permettono di limitare i rischi esecutivi, incrementando le prestazioni degli impianti industriali e ottimizzando l’impiego di tutte le risorse.
I principali vantaggi della manutenzione nella produzione si traducono quindi in:
- riduzione dell’impatto delle criticità tecniche, grazie ad interventi mirati e tempestivi secondo stime di un reale rischio di guasto e su una pianificazione regolare;
- risparmio sui costi grazie alla prevenzione di eventuali imprevisti come i fermi macchina e alla minimizzazione di sostituzioni premature e non necessarie;
- prolungamento di vita delle attrezzature grazie appunto ai controlli periodici che possano verificare conformità e stato di salute dei macchinari;
- ottimizzazione delle risorse industriali, poiché grazie alla manutenzione si possono evitare sprechi garantendo l’efficienza di macchine e addetti ai lavori.
La fabbrica del futuro è quel luogo in cui l’ambiente di produzione altamente automatizzato e interconnesso, grazie alla robotica, ai big data e ad altre tecnologie, integrato con l’AI, il machine learning e la IoT crea un ecosistema che ha per risultato una produzione flessibile efficiente, efficace e sostenibile.
E l’uomo, che posto occupa in questa nuova fabbrica?
Rimane al centro, ma solo a condizione di essere dotato di competenze specifiche nel campo dell’informatica, della robotica e della gestione dei dati così da poter interagire con i sistemi automatizzati. Servirebbe allora un nuovo “homo faber” contemporaneo: una sfida da non perdere.
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